resoconto

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Ripubblico qui questo resoconto di oltre 10 anni fa… spero vi interessi
Tanti iniziano le proprie narrazioni affermando la veridicità di tutto quello che si accingono a narrare. E’ un incipit un po’ banale, di sicuro abusato e ben di rado veritiero.
Nei miei precedenti racconti avrete visto che ho sempre diviso le parti di fantasia e quelle reali, non mi interessa infatti far passare per veri episodi inverosimili.
In genere i miei racconti sono ispirati per un 10 % alla realtà e ad un 90 % all’invenzione.
Oggi sarà diverso mi ispirerò solo ai fatti, semplici e puri. Non inventerò nulla, limitandomi al più ad unire fatti lontani tra di loro al fine di semplificare la narrazione.
Oggi non scriverò un racconto ma una cronaca cercando di essere il più possibile imparziale.
L’oggetto della mia narrazione saranno come in tutte le precedenti occasioni i miei genitori. Ho un piacere feticistico e perverso per mia madre. Qualcuno mi ha scritto dicendomi che dovrei ammazzarmi piuttosto che continuare a scrivere sconcerie simili. Ne prendo atto. Non credo tuttavia di far male ad anima viva limitandomi a scrivere al computer. Nessuno vi obbliga a leggermi e quando cliccate sulla sezione “i****to” in parte avete la mia stessa depravazione, non credete?
Bene. Adesso che ho terminato la premessa inizierò il resoconto della meravigliosa vita sessuale dei miei genitori.
Ho trent’anni, una vita normale, una ragazza che frequento da molto tempo e con cui credo convolerò a nozze entro qualche mese. Tuttavia al centro dei miei interessi sessuali non è la mia donna ma quel meraviglioso esemplare di femmina che è mia madre. Intendiamoci la mia è una splendida ragazza: carina, gentile, brava a letto ma mia madre è un’altra cosa. Mia madre è la donna più disinibita che io conosca e per me rappresenta l’ideale femminile. Un po’come Moana, Cicciolina, la Arcuri o qualsiasi altra diva per una persona comune. Personalmente non vi vedo nulla di strano o di malato in questo. E’ un po’ come amare follemente la propria moglie ma avere in ufficio il calendario della Barale e farci ogni tanto qualche pippa sopra.
La mia passione è nata nella più tenera età. Mio padre lavorava distante e tornava a casa nel solo fine settimana. Tra me e mia madre si era istaurato un rapporto di grande complicità: vivevamo da soli, la mamma non frequentava nessuno e sessantottina sfegatata aveva ereditato da quegli anni una visione della vita e del sesso priva di molti turbamenti. Era ed è convinta che nel sesso non vi sia nulla di male e che rappresenti uno degli apici della vita umana. Fin tanto che eravamo soli mia madre girava per casa mezza nuda, indossando solo il suo capo intimo preferito: il corpetto modellante. La sera si cambiava ed indossava la camicia da notte senza le mutandine. Se aveva voglia di allargare le gambe lo faceva ed io stavo lì a guardarla, un po’ impacciato, un po’ attratto da quel posto in cui mi aveva detto una volta avermi concepito. Credo mi avesse spiegato come si fanno i bambini quando ero veramente piccolo (non più di sei anni) anche se l’aveva fatto in maniera molto innocente, lo ricordo ancora: “i papà mettono con il loro pivellino un semino dentro il buchino che le mamme hanno tra le gambe, proprio come il contadino pianta i semi per far crescere i fiori ed i frutti”.
Tra noi non esistevano barriere: andava in bagno con la porta aperta, si cambiava, faceva la doccia capitava persino che si radesse l’inguine ed io fossi presente proprio come se stesse facendo una cosa qualunque. Tutto era basato su un rapporto molto innocente.
Dormivamo assieme e la mattina mi capitava quasi sempre di scoprire che le si era sollevata la camicia da notte. Ricordo che sollevavo le lenzuola e le vedevo (a seconda di come fosse girata) i genitali o il sedere (che non mi piaceva per niente).
Poi mio padre riuscì ad ottenere il trasferimento. A lui quella situazione non piaceva per niente. Ed in breve fece passare gli usi a cui mi ero tanto bene abituato.
Penso di esser stato molto precoce. Ero ancora in terza elementare (quanto è? otto anni?) che scoprii il piacere che provavo nel toccarmi tra le gambe. L’anno seguente di tanto in tanto zampillava un fiotto di liquido e nel giro di un mesetto zampillava sempre, ogni volta che mi sfregavo un po’ più a lungo.
Ritorniamo un po’ indietro nel passato. Mio padre aveva istaurato un regime di castità. Tuttavia ogni tanto capitava qualche incidente, ad esempio mi svegliavo la notte e li scoprivo far sesso. Allora li stavo a guardare un po’. La mamma prima baciava l’uccello di mio padre, mentre lui le toccava il sedere e poi lui la faceva girare e cominciava a cavalcarla da dietro. Io credevo cercassero di farmi un fratellino o una sorellina e ritornavo a letto contento.
Per un bel periodo mi dimenticai persino di quei rari incontri.
Qualche anno più tardi, cominciai a fare più tardi la sera. La nonna mi aveva regalato un televisore. Erano i periodi di “colpo grosso” con il mitico Umberto Smaila e dei film a luci rosse che iniziavano alle 22.00. All’epoca mi toccavo piuttosto spesso e capitava sovente che nel farlo pensassi alla donna che più mi era vicina: mia madre. Allora la immaginavo come se fosse l’eroina di uno di quei film. Spesso però mi trovavo a fantasticare robe già piuttosto feticistiche. Il mio migliore amico era il figlio del primario di ginecologia dell’ospedale della mia città ed era un collezionista di giornali e filmini porno. A casa sua vedevamo prima i libri del padre, poi le riviste e quando i suoi erano fuori mettevamo una videocassetta speciale e ne aveva per tutti i generi e gusti. Tra le mie fantasie c’era quella di creare un museo della figa di mia madre. Immaginavo di riempirla di luci come un albero di natale e l’idea mi piaceva molto, quando ero in bagno da solo.
Tornando al televisore ad un certo punto cominciai a fare sempre più tardi, finché una sera non sentii dei rumori strani arrivare dalla stanza dei miei genitori che comunicava attraverso una porta il cui accesso era bloccato da una scrivania. Erano dei rumori strani, dei lamenti. Era mia madre. Ricordo il terrore che mio padre fosse impazzito come certuni di cui parlavano al giornale e che le stesse facendo male. Rimasi in silenzio terrorizzato. La mattina era però tutto normale e la mamma di buon umore. La sera dopo la scena si ripeteva identica. Prendevo coraggio avvicinavo l’occhio alla serratura come nei film di Pierino e… mamma mia che scena… i miei genitori facevano sesso. Ma doveva esserci qualcosa di strano la mamma non godeva come le attrici dei film del mio amico: si lamentava perché era grosso, perché le faceva male. Nei film le attrici invece più il pisello era grosso più erano contente. La sera dopo ero lì ad aspettarli e scoprivo che papà non stava prendendo la mamma nel posto giusto ma nel sedere. Ma che follia, come gli omosessuali, pensavo io. E provavo un po’ di vergogna per questo. Il dado era tratto, però. E’ vero che mi faceva schifo quel tipo di rapporto, ma mi eccitava molto sentirli e vederli fare sesso. Erano anni che non vedevo più mia madre nuda e scoprire adesso, all’improvviso che aveva una vita sessuale tanto attiva mi entusiasmava.
Adesso ero meno cauto. Volevo vedere mia madre nuda sempre, in ogni occasione. Se era sotto la doccia mettevo l’occhio alla serratura e la stessa cosa facevo quando andava a cambiarsi. Scoprivo poi, che se tenevo la porta della mia camera chiusa e la mamma doveva fare la doccia, si spogliava in camera, poi andava a portare i vestiti in lavanderia, faceva qualche passeggiata avanti ed indietro tutta nuda ed infine andava a farsi la doccia. In tutti quei tragitti la vedevo dal buco della serratura dell’altra porta della mia camera (quella aperta) ed era come vederla in bagno, ma con meno rischi.
Fino ad allora, ribadisco che odiavo il sesso anale (anche se mi piaceva vederglielo fare) e mi disgustavano le forme abbondanti del sedere della mamma. Un bel giorno, però, mia madre era in bagno tutta nuda ed io stavo lì a spiarla dal buco della serratura. Mi volgeva il culo e non si girava ed in me stesso imprecavo sperando che si girasse a mostrarmi il bel seno. Nel farlo stavo a fissarle il sedere e mi chiedevo cosa vi trovasse di tanto eccitante mio padre. Improvvisamente ebbi una folgorazione: cominciai a posare lo sguardo sulle curve abbondanti, sulla spaccatura centrale e mi accorsi che era meraviglioso. Fui letteralmente folgorato da tanta bellezza. Mi allontanai dalla serratura con la vista annebbiata e l’uccello durissimo e mi ritrovai con le mutante bagnate senza essermi neppure toccato. Un vero e proprio orgasmo: meraviglioso, indicibile e molto violento. Fui allora che scoprii tutta la bellezza di quelle curve che fino ad allora non avevo degnato di uno sguardo pur vedendole costantemente nude. E capii mio padre. La sera mi scoprii a tifare per lui, perché la penetrasse nel sedere e le facesse sentire quanto era uomo e lei donna.
Purtroppo venne la primavera e con essa la gita scolastica di terza media. Mi dispiaceva perdere per qualche giorno quegli splendidi incontri sessuali vissuti tanto clandestinamente. Ma al ritorno erano identici. Tuttavia dopo qualche mese scoprii che la mamma era restata incinta e che voleva abortire. Papà non era d’accordo. Ma glielo acconsentiva, tuttavia voleva da lei la promessa di scordarsi il sesso vaginale (tanto pericoloso) per adottare definitivamente il solo sesso anale. La mamma acconsentì e lui per farle capire che non scherzava cominciò a pretendere ogni giorno un po’ di più. Al singolo rapporto abituale adesso ne voleva due, poi tre, talvolta passava tutta la notte a stantuffarla alternando rapporti anali a rapporti orali per eccitarsi di nuovo. Sviluppava una tecnica tutta sua per resistere il più possibile (si fermava poco prima dell’orgasmo, poi ripartiva dopo qualche minuto). Poi papà cominciò a portare giornaletti porno e videocassette e così via.
Io ero molto arrabbiato con mia madre. Mi sembrava una cosa contro natura. E la odiavo. Mi ritrovai così a sperare che le papà le facesse sempre più male. E con mio sommo piacere non passava sera che mio padre non mi vendicasse. La cosa che più mi piaceva, adesso, era guardare la mamma in viso, mentre papà la inculava. Cercavo le sue espressioni di dolore e mi compiacevo.
La mamma, cominciò ad essere di nuovo più disinibita. Quando papà era fuori girava di nuovo in corpetto modellante. Un giorno, che mi faceva un dettato di francese (era una professoressa) tirò fuori i seni dal corpetto e cominciò a depilare l’areola da qualche pelo che vi era cresciuto. E lo faceva infliggendosi una forma di tortura: prima tirava i peli con una pinzetta, poi con le forbici si punzecchiava i capezzoli ed io ero lì di fronte stupito dalla brutalità con cui si maltrattava i seni (se li torceva, li pungeva, si strappava i peli). Era molto bello ed eccitante da vedere.
Più o meno nello stesso periodo capitò la scena che ho descritto in un altro racconto: quando assieme alla nonna e alla zia andò a comprare un corpetto modellante al mercato. Io ero presente. Ricordo lo stupore della zia per il fatto che il seno della mamma non avesse bisogno del reggipetto e si sostenesse da solo anche dentro il corpetto contenitivo. La nonna, che aveva una predilezione per la zia affermava che era solo una questione di grasso: la mamma aveva qualche chilo di troppo ed il seno si appoggiava sul grasso a suo parere. Lo diceva, pubblicamente in piazza di fronte al commerciante. Mia madre si legava la storia al dito ed arrivata a casa sfilava la camicetta, gli indumenti intimi e mostrava alla nonna la solidità delle proprie mammelle. La nonna allora gliele prendeva, le torceva, le tirava e queste ricadevano e poi rimbalzavano di nuovo erette senza bisogno di sostegni. Allora la mandava al diavolo e le diceva che era solo questione di tempo e che gli anni sarebbero passati anche per lei.
Nel frattempo andammo in ferie. Papà si ingroppava la mamma sempre più violentemente. Adesso capitava piuttosto spesso che la facesse sanguinare e la mattina le mutandine avessero un piccolo disco rosso di sangue. Io guardavo quella macchia ed ero contento.
La mamma adesso era molto aperta e mio padre aveva smesso di usare lubrificanti. I rapporti anali erano diventati automatici. La mamma non diceva una parola: si girava, il suo uomo abbassava i pantaloni e glielo schiaffava dentro senza trovare resistenza.
Mia madre aveva capito il tentativo di papà di umiliarla e cercava di dimostrarsi indifferente. Passava quarti d’ora a farsi stantuffare e lei stringeva i denti e cercava di parla della sua giornata. Finalmente il dolore le esplodeva dentro, lo implorava di smetterla e cominciava a mugulare e a lamentarsi.
Talvolta fingeva di ribellarsi ma era meglio. Si rincorrevano un po’, finalmente mio padre la sbatteva a terra e se la inculava. Sembrava quasi una violenza sessuale, se non fosse stato che adesso mia madre rideva per il male che avrebbe patito da lì a qualche minuto.
Sono convinto che fu allora che avvenne la sua trasformazione. Nei primi anni il sesso anale era un’alternativa curiosa anche se dolorosa, poi diventò la norma: non le piaceva ma doveva patirlo per essersi fatta mettere incinta. Adesso però le piaceva. E si divertiva a farsi umiliare. Al silenzio adesso si era sostituita la loquacità. Quando si faceva inculare rideva di quanto fosse enorme il cazzo di mio padre, di come fosse inadatto ai rapporti anale grande e grosso come era, del fatto che le avrebbe fatto male. Ma lo diceva con un’allegria incredibile come se fosse stata la cosa più bella del mondo. Ogni tanto non disdegnava neppure le sculacciate (molto soft, in verità).
In poche parole era fantastico vederla inculare.
Una notte sono convinto che si accorse che io ero lì a guardarla: fissava infatti nella mia direzione e guardava il buco della serratura come se fosse arrabbiata e volesse cacciarmi. Per la prima volta stringeva le chiappe e non c’era verso per mio padre di sodomizzarla.
Ma fu un bene. Dal giorno dopo cominciò a fare cose strane: biancheria intima di seta, ampie scollature che mi mostrava chinandosi. E mentre lo faceva seguiva il mio sguardo sorridendo. Mio padre si accorgeva ma mi lasciava fare senza commentare.
Finii il liceo ed andai all’università. Ero distante e mi spiaceva non vederli fare più sesso. Quando tornavo poi notavo che non facevano più rapporti sessuali. La mamma continuava a dire che lei quella scommessa non l’aveva persa, che certe cose non le avrebbe mai fatte e così via. Non capivo a cosa si riferisse. In cambio si masturbava molto, l’armadio del bagno era piena di strumenti per i clisteri ed ogni sera prima di coricarsi si faceva un lungo bidet.
Nell’estate ero con loro. E fecero una cosa inaudita.
Alloggiavamo in un appartamento su due piani. La mia camera si affacciava sulla loro tramite delle scale. Ero in posizione privilegiata: vedevo il loro letto ma non potevano vedermi ma continuavano a non fare sesso. Una sera, però, tornarono a tarda notte. Ricordo che quella sera nel night-club c’era una specie di gara amatoriale. Avrei voluto andarvi ma avevo paura di perdermi qualcosa eppoi non avevo molti soldi e mi vergognavo se qualcuno mi avesse riconosciuto.
I miei arrivarono su di giri. E si piombarono a letto. La mamma si spogliò e chiese a mio padre se volesse proprio farle una cosa tanto brutta (ma lo diceva ridendo). Papà faceva cenno di si con la testa ma non diceva nulla. La mamma ripeteva senza ottenere risposta. Allora mio padre cominciava a toccarla di dietro. La mamma gli chiedeva cosa pensasse di provare di tanto bello con la mano. Ma lo lasciava fare prima con un dito, poi con due, facendoglieli entrare nel sedere. Finalmente le dita erano quattro. La mamma chiedeva un cuscino da mettere ripiegato sotto la pancia per appoggiarsi. Poi gli diceva “ficcala tutta dentro, non ti preoccupare se mi fai male ma ficcala tutta dentro”. Poi ripeteva la frase per due volte. Papà le puntava tutta la mano contro l’ano e faceva forza ma la mano non entrava. Allora la mamma gridava “TAPPAMI” e con un movimento di reni si buttava contro la mano facendosi penetrare da quel corpo enorme. Adesso tutta la mano di mia madre era penetrata nella cavità anale di mia madre. Papà stantuffava come un indemoniato e la mamma urlava di dolore, grugniva e faceva contemporaneamente mugolii di dolore e di piacere. Ma continuava ad andare su e giù autoimpalandosi. Era bellissimo da vedere. Continuavano così per diversi minuti, poi la mamma si alzava ed andava a lavarsi. Papà si masturbava poi la raggiungeva in bagno, dove la mamma si stava facendo un bidet da diversi minuti. Gli chiedeva: “Ti è piaciuto” “Moltissimo, tesoro, lo rifacciamo?” come se volesse rifarlo all’istante. La mamma gli dava del pazzo depravato e si baciavano.
A questo primo rapporto di fist-fucking anale da quanto mi è dato sapere non ne seguirono altri, purtroppo. O meglio, non vi assistetti. Spero sia diventata una pratica consolidata. Ma ero sempre fuori casa…
Le rare volte che vedevo mia madre era lei che veniva a trovarmi. Oppure durante le ferie. Adesso capitavano incidenti strani in giro.
Succedeva ad esempio che fosse in spiaggia, si stesse cambiando il costume protetta dal telo e questo le cadesse lasciandola per qualche minuto tutta nuda. Oppure che fosse in piscina ed il getto le facesse sgusciare fuori i seni alla vista di tutti i bagnanti, senza che lei se ne accorgesse. Io me ne accorgevo, invece e facevo finta di nulla e mi eccitavo all’idea di vederla mezza nuda di fronte a tanta gente. Un’altra volta eravamo alla piscina Columbus di Abano Terme e me la vedo tutta nuda passare di fronte alle vetrate dell’anticamera dello spogliatoio femminile del primo piano. Non so se si accorgesse o meno di esser visibile.
Un’estate invece avvenne la cosa più assurda: si stava cambiando in bagno per mettere il costume da bagno. Io la guardavo dal buco della serratura quando lei spalancava la porta. Io mi gettavo a terra come per cercare una cosa e mia madre mi scavalcasse tutta nuda facendo finta di niente.
Quando veniva a trovarmi, la spiavo in ogni momento disponibile. Arrivai al punto di piazzare webcam per filmarla. Per conservarmi un ricordo per i lunghi periodi senza di lei. La cosa assurda era che magari uscivo con una ragazza con cui facessi sesso e ritornato a casa piazzassi uno di quei video e mi masturbassi guardo mia madre nuda e cercando di ricordarmi un rapporto anale estremo.
A proposito di rapporti anali estremi uno di quelli a me più cari (dopo il fist-fucking) fu quando ingaggiò una gara di resistenza con mio padre: papà le caricava bordate sempre più tremende e le chiedeva di continuo se le facesse male. Poi smetteva per qualche minuto per ripartire più cattivo di prima. Ricordo ancora le risposte. “Come va?” “Va bene” (tutta allegra) … “E adesso come va” “Eh… va” (un po’ meno allegra)…”E ora come va” “Così, così” (un po’ più seria)… “Adesso come va?” “Fa un po’ male” (poco dopo cominciava a lamentarsi)…. “Ora come va” “Fa male” (lamentandosi)… “Fai basta, ti ho detto che mi fai male” (ora lamentandosi proprio) “Ma che fai? Smettila, ti prego”… “Oh tesoro resisti, è così bello” (gli rispondeva mio padre)… ora la mamma soffriva le pene dell’inferno e mio padre alternava tre minuti di bordate tremende ad altri tre di pausa. Ogni volta ripartiva dicendo “Resisti tesoro, è così bello” e la mamma non poteva far nulla salvo dirgli che la stava facendo sanguinare.
E’ così che voglio ricordare per sempre mia madre. Per i suoi rapporti anali estremi, per il fatto di saper concedere grandi piaceri nonostante un dolore tremendo che la causi persino lesioni interne. Per il fatto di concedersi persino a rapporti anomali come il fist-fucking anale completo e lo faccia per puro amore ed un po’ di autocompiacimento.
Non credo esistano molte donne come lei. Per me rappresenta l’ideale femminile. Non sarà bellissima ma è bravissima a letto. E non vedo diva o pornodiva che possa eguagliarla.
L’hanno scorso ho regalato un computer a mio padre. Anche per capire i suoi interessi sessuali.
Con sommo stupore ho scoperto che non ricerca siti di grandiose inculate, bensì siti di scambisti. Purtroppo non ho trovato prove che abbia concluso qualcosa. Ci ho pensato a lungo, poi finalmente ho capito che non ha bisogno di cercare siti dedicati al sesso anale. Per quello c’è sua moglie, mia madre. Di donne come lei non ce ne sono molte al mondo. Lui non ha bisogno di cercare spunti, semmai ne deve fornire. Se portasse qualcuno nella sua camera da letto e gli mostrasse come è brava la moglie, farebbe solo un’opera di bene, diffondendo il Verbo del sesso anale estremo ed ad ogni costo. Anche in casa, anche nelle donne comuni non sono nelle pornodive del cinema per adulti.
E chiudo con una piccola nota a margine descrivendo i miei genitori. Avrei dovuto farlo prima ma ero talmente preso nella scrittura che me ne sono scordato.
Parto da mio padre. O meglio dai suoi genitali. Ha un cazzo di lunghezza normale, ma molto grosso come diametro. Una roba a dir poco inaudita. Vi giuro che una mano non basta per coprire la sua circonferenza. E’ la cosa meno adatta al sesso anale. Il fatto che mia madre sia abituata a prenderlo nel non più stretto canale posteriore senza preparazione e senza lubrificanti e lo riesca a tollerare anche piuttosto a lungo senza lamentarsi è la dimostrazione lampante di quanto sia stata aperta bene a questo tipo di rapporti. Se poi ci pensate bene con una preparazione simile il passo al diametro di una mano del fist-fucking anale è sì notevole ma non eccessivo. La grande dote di mio padre poi consiste nel sapersi gestire e nel riuscire a far durare un rapporto anale anche per più di quarantacinque minuti. Personalmente io con le mie donne non sono mai durato tanto (anche se ho solo fatto sesso vaginale ed orale e di sesso anale sono digiuno).
Riguardo a mia madre ho molte altre cose da dire. E’ bionda, quasi sessanta anni, un bel seno di quarta taglia ancora piuttosto sodo. Ha qualche chilo di troppo. E’ piuttosto disinibita. Ogni tanto ha “incidenti” che mi fanno credere le piaccia l’esibizionismo. Eppoi è la Dea in terra del sesso anale ed ha il marito che si merita.
Grazie papà. Grazie mamma.